C’è chi davanti a due tazzine di espresso ha messo in scena una spassosa metafora della tirannide del capitalismo (se non vi fosse capitato di vedere la Banda degli Onesti con Totò e Peppino, fatelo), e chi ha ambientato serie giallistiche in un immaginario “Barlume” con caffè, corretti e non, a fare da spalla a quattro vecchietti buontemponi.
Il caffè espresso accompagna da più di 100 anni le abitudini di un paese e ne ha con grande successo travalicato i confini.
La prima macchina, nata dall’esigenza di velocizzare la preparazione di una bevanda amata in tutto il mondo, nacque in Italia, a Torino, nel 1884 ad opera di Angelo Moriondo. Fu poi perfezionata e presentata all’Esposizione Universale di Milano del 1906. Ed è proprio questa macchina, fabbricata da Pavoni in perfetto stile liberty, ad aprire l’interessante collezione che la Cimbali ha raccolto, grazie anche e soprattutto al cospicuo lavoro di Enrico Maltoni, in un museo alle porte di Milano.
In un paese in cui troppo spesso si fa scempio del passato, fa piacere che chi fa impresa si interessi e tuteli il patrimonio storico che la riguarda. Perchè, badate bene, il MUMAC non è e non vuole essere un tributo all’azienda che ne ha curato la raccolta e l’allestimento, bensì un accurato e dettagliato excursus della storia di un intero settore, ancora orgogliosamente fiore all’occhiello del Belpaese. Chi era più saggio di noi ci ha insegnato che “historia magistra est”, e può e deve esserlo in ogni campo, macchine per il caffè incluse. Insegnamento che pare essere stato ben assimilato dalle nuove generazioni della famiglia Cimbali.
Il percorso del MUMAC è una godibile passeggiata nel tempo dagli anni ’10 fino ai nostri giorni, con un allestimento curato nei minimi dettagli che fa da corollario e da degna cornice a più di 200 macchine da caffè.
Si parte dalle prime e poderose apparecchiature, quelle in cui si mettevano circa 14 grammi di polvere, che funzionavano a temperature molto elevate e con scarsa pressione, che venivano messe in funzione da ben due macchinisti e che potevano anche scoppiare, se mal utilizzate. Si prosegue in una evoluzione non solo tecnica ma anche di forme e di stile.
Si va dal liberty al razionalismo, per poi passare alla plastica e al design; viene inventata la leva: sale la pressione, diminuisce il quantitativo di polvere utilizzato e nasce anche la caratteristica crema del caffè espresso; poi elettropompa volumetrica a sostituzione della fatocosa leva; infine l’elettronica.
Per come è stato concepito, il MUMAC non è quindi un noioso museo d’impresa per una ristretta cerchia di addetti al settore, bensì un’interessante raccolta di curiosità che riguardano un pezzetto di storia italiana, nonchè un breve compendio sull’evoluzione delle forme e del disegno industriale.
Oltre all’esposizione museale, il MUMAC offre corsi professionali e per appassionati ed organizza eventi
Mumac, Via Pablo Neruda 2. Binasco (MI)
Telefono: +39 02 90049362
Email: visite_mumac@gruppocimbali.com