Cosa spinge più di tutto ad acquistare e a leggere un libro, autore a parte?
In genere io sono attratta per lo più da 2 cose: la copertina ed il titolo.
Quando ho visto la copertina di “Cronache golose” me ne sono innamorata: piatti bianchi stilizzati con contorno nero su campo bianco, ogni tanto qualche macchia di colore ben assestata.
In genere io sono attratta per lo più da 2 cose: la copertina ed il titolo.
Quando ho visto la copertina di “Cronache golose” me ne sono innamorata: piatti bianchi stilizzati con contorno nero su campo bianco, ogni tanto qualche macchia di colore ben assestata.
Il titolo, invece, lo ammetto, mi ha fatto pensare ai resoconti di una giovane alle prime armi alle prese con i primi dolci, mi immaginavo le descrizioni ed i racconti di crostate, muffins e cheesecake.
Per fortuna il mio senso estetico ed uno sguardo alla quarta di copertina hanno avuto la meglio sulle evocazioni che il titolo mi suggeriva.
“Cronache Golose” di Marco Bolasco e Marco Trabucco, edito da slow food, è in realtà una passeggiata in 50 dei ristoranti italiani che hanno fatto la storia della ristorazione italiana degli ultimi 50 anni, un incontro con 50 e più cuochi, alcuni ancora in auge e sulla cresta dell’onda, altri tristemente non più in attività o oramai passati a miglior vita, alcuni, mea culpa, non li avevo mai sentiti nominare, molti ancora ne mancano, ma sono certa che Bolaschi e Trabucco sono già all’opera per un sequel. A completare i ritratti 50 ricette simbolo che hanno contribuito al successo di cuochi e ristoranti.
E così si impara che il Carpaccio era un pittore veneziano e che Cipriani lo ha trasformato in un piatto di crudo; che l’imitatissima passatina di ceci e crostacei è in origine un piatto del grande Pierangelini; che negli anni ’60 il Motel Agip di Sarzana era una meta gourmet grazie ad Angelo Paracucchi, autore tra l’altro di “La cucina fra creatività e tradizione” a detta di Bolasco e Trabucco uno dei quattro o cinque testi imprescindibili per conoscere la storia della grande cucina italiana degli ultimi 50 anni; che Gualtiero Marchesi scelse di non inserire nel suo menu pasta asciutta perchè “paradigma di una cucina fatta solo per riempire lo stomaco” e che per il maestro la pasta rientrerà dal triste esilio solo alla fine degli anni ’80; o ancora che Fini prima di diventare l’impero dei tortellini e degli autogrill è stato l’unico ristorante in Italia ad avere la stella Michelin per 50 anni dal 1959 al 2009, anno in cui chiuse i battenti.
La prefazione al libro è di Alessandro Baricco, del tutto estraneo al mondo del cibo, a detta sua praticamente un “semianalfabeta” in materia, che definisce il libro una “mappa… preziosa per tutti coloro che amano viaggiare nei paesi del gusto”.
E’ forse il caso che non mi dilunghi oltre e che non sveli altre chicche nascoste fra le 286 pagine di “Cronache Golose”; parafrasando un azzeccatissimo slogan un libro è più bello letto che raccontato.
Per fortuna il mio senso estetico ed uno sguardo alla quarta di copertina hanno avuto la meglio sulle evocazioni che il titolo mi suggeriva.
“Cronache Golose” di Marco Bolasco e Marco Trabucco, edito da slow food, è in realtà una passeggiata in 50 dei ristoranti italiani che hanno fatto la storia della ristorazione italiana degli ultimi 50 anni, un incontro con 50 e più cuochi, alcuni ancora in auge e sulla cresta dell’onda, altri tristemente non più in attività o oramai passati a miglior vita, alcuni, mea culpa, non li avevo mai sentiti nominare, molti ancora ne mancano, ma sono certa che Bolaschi e Trabucco sono già all’opera per un sequel. A completare i ritratti 50 ricette simbolo che hanno contribuito al successo di cuochi e ristoranti.
E così si impara che il Carpaccio era un pittore veneziano e che Cipriani lo ha trasformato in un piatto di crudo; che l’imitatissima passatina di ceci e crostacei è in origine un piatto del grande Pierangelini; che negli anni ’60 il Motel Agip di Sarzana era una meta gourmet grazie ad Angelo Paracucchi, autore tra l’altro di “La cucina fra creatività e tradizione” a detta di Bolasco e Trabucco uno dei quattro o cinque testi imprescindibili per conoscere la storia della grande cucina italiana degli ultimi 50 anni; che Gualtiero Marchesi scelse di non inserire nel suo menu pasta asciutta perchè “paradigma di una cucina fatta solo per riempire lo stomaco” e che per il maestro la pasta rientrerà dal triste esilio solo alla fine degli anni ’80; o ancora che Fini prima di diventare l’impero dei tortellini e degli autogrill è stato l’unico ristorante in Italia ad avere la stella Michelin per 50 anni dal 1959 al 2009, anno in cui chiuse i battenti.
La prefazione al libro è di Alessandro Baricco, del tutto estraneo al mondo del cibo, a detta sua praticamente un “semianalfabeta” in materia, che definisce il libro una “mappa… preziosa per tutti coloro che amano viaggiare nei paesi del gusto”.
E’ forse il caso che non mi dilunghi oltre e che non sveli altre chicche nascoste fra le 286 pagine di “Cronache Golose”; parafrasando un azzeccatissimo slogan un libro è più bello letto che raccontato.
Cronache Golose di Marco Bolasco e Marco Trabucco, Slow Food editore