A spogliarli del tutto da quest’aura di divismo, a portarli lontano dai fornelli e dalla mediaticità, ci pensa una brillante quanto simpatica giornalista: Raethia Corsini.
Non è un caso che il suo “Spiriti bollenti” sia uno dei libri, di genere culinariogastronomico, di cui si è più parlato negli ultimi mesi, non è un caso che la giuria del Premio Bancarella della Cucina, riunita a metà maggio sotto la Madunina, si sia ritrovata unanimamente d’accordo includendolo tra i cinque finalisti.
E’ un piacere leggere “Spiriti bollenti”, per come è scritto e per quello che c’è scritto; perchè lo stile di Raethia è divertente, spensierato e mai banale; perchè si percepisce che nei sei mesi in cui ha girato l’Italia in lungo e in largo per raccogliere le interviste deve essersela spassata, ed anche parecchio; perchè fa piacere notare che in un mondo prepotentemente maschile le donne siano numericamente ben rappresentate; perchè leggendola ci si chiede spesso come abbia fatto a far sbottonare così 21 chef stellari.
E così si sorride leggendo i ritratti che ne vengono fuori, farciti di manie, di ossessioni, di paure, di sacrifici ma anche di tanta dedizione; e può capitare che venga voglia di fare la conoscenza con qualcuno di loro e di scambiarci quattro chiacchiere lontano da palchi e fornelli, ma anche di provare qualche antipatia, perchè in fondo si tratta di uomini e donne prima che di chef stellari.
Valore aggiunto a “Spiriti Bollenti” sono le illustrazioni, come sempre fresche e allegre, di Gianluca Biscalchin.
Con la segreta speranza di poter leggere di “Spiriti Bollenti 2, la vendetta”, in cui auguriamo a Raethia di riuscire a carpire anche i segreti di Gianfranco Vissani e Fulvio Pierangelini, illustri assenti ma nella sua wish list, vi lascio qualche estratto che vi faccia venir voglia di comprarlo e di leggerlo.
– “…mangerei delle olive all’ascolana, di quelle surgelate, che sanno di cartone o anche delle pringles alla paprika. Ti disgusto?”
– “Un po’, sei pur sempre un cuoco a due stelle”
– “Ogni tanto anch’io ho bisogno di mangiare schifezze per ricordarmi la differenza. Ma le mangio, non le cucino!”
“Abbiamo lavorato con identico impegno sempre, anche dopo la terza stella. Davvero non capisco perchè ce l’abbiano tolta”. Per Alfonso è una questione di principio. “Una spiegazione,non voglio altro”.
Su un cartello in un angolo della cucina c’è scritto: DURANTE IL SERVIZIO NON SI CAZZEGGIA. Se qualcuno ci prova lo chef lo incenerisce…
…fare la cuoca a tempo pieno significa abbandonare certi vezzi femminili come andare da parrucchiere e manicure, perchè non c’è mai tempo e poi sei libero solo di lunedì, quando i parrucchieri sono chiusi.
Spiriti Bollenti, Ritratti di 21 chef “stellari” di Raethia Corsini, illustrazioni di Gianluca Biscalchin, Guido Tommasi Editore