Il gusto di Proust di Salvatore Bianco

Il Gusto di Proust è Bianco Conoscerete tutti il “Questionario di Proust” quella sorta di “gioco” in voga nel XIX secolo, volto ad indagare, attraverso una serie di domande, il carattere e le ambizioni della persona a cui lo si pone.

Sul finire del XIX secolo  Antoinette Faure lo pose per iscritto ad un giovane Proust: quelle domande e quelle risposte furono poi ritrovate e pubblicate dal figlio della Faure qualche anno dopo e sono così passate alla storia come “Questionario di Proust”. Il questionario è stato poi ampiamente ripreso ed utilizzato da riviste e programmi televisivi e le domande sono state rivolte a personaggi più o meno celebri. Anche noi ce ne siamo indegnamente impossessati, lo abbiamo stravolto (che il caro Proust ci perdoni!) ed abbiamo deciso di sottoporlo ad amici e personaggi del mondo della gastronomia.

Ci fa piacere che il primo a rispondere al nostro “Gusto di Proust, ovvero il questionario di Proust a gusto nostro” sia stato Salvatore Bianco, campano di Torre del Greco, classe 1978, chef executive del Ristorante “Il Comandante” dell’Hotel Romeo di Napoli, nonché neostella Michelin. Salvatore, che ringraziamo di cuore per essersi prestato al nostro gioco e a cui facciamo i complimenti per la stella, è approdato all’Hotel Romeo ad aprile del 2012 dopo essere stato per quattro anni a Roma alla guida della cucina dell’Hostaria dell’ Orso di Gualtiero Marchesi.

Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
Semplice, tecnica e colorata.

Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Acqua, pizza e libri di cucina.

Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli? E il più recente?
Il primo flop: alla scuola alberghiera, stavo cucinando le uova in camicia e le ho rotte tutte.
Il più recente: facendo dei test di cottura sottovuoto, tutti non sono riusciti come volevo.

Qual è il tuo peggior difetto? E la tua migliore qualità?
Difetto: sono troppo buono; Qualità: sono molto determinato.

Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Utilizzo quasi tutti gli ingredienti, non ho vincoli. Mi piace sperimentare tutto!

Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
La mia eroina? Mia moglie per la sua pazienza.

Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
Durante la scuola alberghiera, lezione di pasticceria, il mio professore per correggermi durante le esercitazioni mi lanciava le buste di latte contro.

Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
L’uovo di Paolo Parisi con cagliata di latte, pane cafone al nero ed erbe aromatiche.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Lessico gastronomico scientifico” della Biblioteca culinaria.

Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
Pasta e pomodoro.

Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
La Francia.

Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Amo pescare.

Lascia un piccolo consiglio ai nostri lettori: un ingrediente da riscoprire
L’ortica, interessante anche per le sue qualità terapeutiche. Sono in procinto di creare una “Mousse alle ortiche”.

L'autore Vedi tutti gli articoli

Redazione GIEMME

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati da *