Nopi, il libro

Che Nopi – ultima fatica culinar-letteraria degli chef Yotam Ottolenghi e Ramael Scully, edito in Italia da Bompiani – sia una piccola opera d’arte a sé stante, lo si capisce a partire dai dettagli, dettagli che vengono selezionati con cura e passione capitolo dopo capitolo.

Il libro porta, non a caso, il nome dello stesso ristorante sito in Soho, Londra, che Ottolenghi gestisce in stretta collaborazione con il co-autore, e chef di origini Malesi, Ramael Scully.

Come si legge nella sezione dedicata al libro, sul sito di Ottolenghi, e come poi riportato in copertina, quello tra i due chef è un incontro felice e duraturo che fa sì che nei nuovi racconti che gli autori ci presentano “[…] il sommacco incontri l’anice stellato, il miso si sposi con la melassa ed il pandano si accompagni felicemente al melograno. In una creazione armonica di ricette e pietanze che risplendono di luce propria”.

Ingredienti ricercati, ricette che permettono di spaziare dagli antipasti ai contorni, passando per piatti a base di pesce e carne, in un crescendo poi di condimenti, cocktail per le più disparate occasioni fino ad arrivare a lussuriosi ed indulgenti dessert, in un incrementare di complessità e riadattamenti pensati per un utilizzo casalingo, fanno di questo libro uno strumento intrigante e diverso dai foglietti spiegazzati della nonna che intasano le credenze di tanti fra noi.

Ma Nopi è, al contempo e pur nella sua regalità, un libro schietto ed onesto, chiaro a partire dalla prefazione: le ricette in esso contenute non sono pensate per principianti o appassionati di cucina dell’ultim’ora, non ci si lasci ingannare.

Le ricette sono ricette spesso elaborate, che richiedono competenza e pazienza, un solido studio alle spalle acquisito negli anni, una confidenza volenterosa nelle proprie capacità ed una ricerca certosina verso ingredienti che non sempre risultano di facile reperimento, specie su gran parte del suolo italico.

Tuttavia, l’impresa non è ardua, soprattutto se considerata – come Ottolenghi esorta a fare – una sfida personale a migliorare e migliorarsi, un gioco per portare nelle proprie case un po’ della cucina del famoso ristorante londinese, seppure rivisitandola e riadattandola alle mancanze del caso.

Da fan di lunga data di Ottolenghi, Nopi è in buona sostanza un libro che si aggiungerà felicemente alla collezione, un’aggiunta irrinunciabile per discostarsi ed ampliare le tematiche cui i precedenti libri dello chef stesso ci avevano abituati. Un libro da tirare fuori nelle grandi occasioni, quelle in cui si abbia tempo e voglia per stupire e stupirsi.

Una ricetta su tutte?

Il romanticissimo ‘Riso Persiano dell’amore’: una preparazione vegetariana a base di riso e spezie, racchiusa in foglie di vite, che solletica il palato ed ancora di più gli occhi. E che ha, come bonus aggiunto, la possibilita’ di essere preparato in anticipo per potersi poi godere compagnia e serata senza ulteriori ansie da prestazione.

Per concludere, piccola ed ultima anticipazione che di sicuro non rovinerà l’attesa di avere finalmente tra le mani la propria copia: ad un tomo importante, quale è il Nopi, si addicono tagli importanti.

Tagli che sono, nella fattispecie, dorati.

Particolare, questo, che non sempre si ha il piacere di incontrare in un libro di ricette.

Ma, forse, un motivo ci sarà.

Nopi il libro delle ricette

Bompiani (2015) ISBN: 978-8845280535

 

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Rebecca Maier

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