Pochi dolci, pochi piatti, pochi termini di cucina italiani (e anche non) sono così conosciuti ed amati nel mondo quanto il tiramisù. Dolce semplice e di tradizione, il tiramisù sembrerebbe non aver segreti ed invece a sollevare appena il velo di cacao che ne ricopre la superficie è tutto un affondare in strati di leggende, mitologie e verità contestate.
Cominciamo pure dalla connotazione di dolce tradizionale, tipico e quindi naturalmente “antico”, ben radicato nella nostra storia gastronomica, e qui cominceremo a incontrar sorprese e dati fuorvianti. Le leggende maggiormente retrodatate, ma è bene dirlo subito anche le meno attendibili, lo danno nato e diffuso alla corte del Granduca di Toscana Cosimo III a cavallo tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. Il dessert sarebbe stato creato a Siena in occasione di una visita del Granduca in città; molto apprezzato dal nobile toscano sarebbe stato battezzato come “zuppa del Duca” e velocemente ammantato di presunte capacità afrodisiache, tanto da essere ri-battezzato tiramisù e con questo nome diffuso nelle altre corti italiane e quindi europee.
Peccato però che non esista alcuna traccia di questo dolce in nessun ricettario dell’epoca o dei secoli successi, bisognerà infatti attendere gli anni Settanta del Novecento per trovarlo menzionato e non certo in Toscana.
La variabile geografica del resto è, come spesso succede per i piatti della tradizione italiana, dibattuta e foriera di battibecchi: oltre alla Toscana, anche il Piemonte avanza qualche pretesa forse in ragione dei savoiardi (biscotti di Savoia!) ma in epoca decisamente successiva, ovvero in quel Risorgimento in cui sarebbero serviti persino a Cavour da corroborante aiuto per le fatiche dell’unificazione d’Italia.
La cosa fa un po’ sorridere, ma è certo che le virtù altamente nutritive di questo dolce sono una delle costanti nelle leggende che lo circondano, spesso o quasi sempre con venature erotiche o amorose, assai più che politiche, forse in ragione di quell’ambiguità del nome stesso che a un occhio o a una bocca maliziosi solleva risolini da caserma o da scuole medie.
Una delle storie che su queste venature di ambiguità licenziosa ha ricamato in modo più letterale è quella che vorrebbe il tiramisù nato niente meno che in un bordello veneziano, ad opera ed ingegno di una maitresse che intendeva così aiutare nelle fatiche amorose un cliente non più giovanissimo e, per surplus di peccaminosità, alto prelato. La leggenda è leggenda, non c’è dubbio ma ci dice molto sulla connotazione goduriosa di questo dolce e ci avvicina alla vera pertinenza geografica.
Le notizie certe relative al tiramisù sono, come si anticipava più su, tarde, anzi proprio dell’altro ieri. Secondo la ricostuzione di Giuseppe Maffioli studioso della gastronomia in particolare di area veneta (importantissimi i suoi volumi dedicati alla cucina veneziana, trevigiana e padovana pubblicati per Muzio Editore) il dolce sarebbe nato all’inizio degli anni Settanta al ristorante Beccherie di Treviso (gestito dal 1939 dalla famiglia Campeol) per mano e testa del cuoco/pasticcero Roberto “Loly” Linguanotto che a lungo aveva lavorato in Germania. Da questo ultimo dato deriverebbe secondo alcuni un’ascendenza in qualche misura nordica (asburgica?) del dolce, che per altro verso sarebbe una reinterpretazione in chiave sofisticata e più propriamente “da ristorante” dello zabaione, a Treviso sbatudìn, con cui le mamme di mille generazioni hanno rinforzato la crescita dei loro bambini.
Se la storia è dunque semplice e contorta al tempo stesso, la fama è chiara. Il tiramisù è all’estero una marca assoluta di italianità, tanto che proprio lui, dopo carbonara, risotto alla milanese, ossobuco, pesto alla genovese e tagliatelle al ragù bolognese è il protagonista di una giornata di orgoglio per la cucina italiana nel mondo, il Tiramisù Day che si celebra proprio oggi per iniziativa del Itchefs-gvci.com (Gruppo Virtuale di Cuochi Italiani). L’idea è quella di promuovere su scala mondiale il tiramisù e di difenderlo, così come le altre altre glorie della nostra cucina, dai taroccamenti di ogni genere. Personalmente ricordo ancora con terrore la notizia di gomme da masticare al gusto tiramisù inventate qualche anno fa in Giappone…