Cronache da un barbecue estremo

Quando lascio Roma il sole ha appena iniziato a riscaldare la città: è un sabato di transizione ed è prevista un’ondata di gelo, che calerà da Nord. Decido di affrontarla “prendendo il toro per le corna”, andandole incontro: sono diretto in Sud Tirolo – o Alto Adige, come preferite – dove parteciperò, come giudice certificato KCBS, al W.E.S.T.

W.E.S.T. sta per Winter Extreme South Tyrol, ed è la gara italiana di barbecue che detiene diversi record: è quella che si svolge più a nord, alla maggior altitudine ed è la più fredda in assoluto.

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Da Bolzano bisogna inerpicarsi un altro po’, fino alla valle Aurina, per poi seguire un piccolo ruscello sino ad arrivare ad una sorta di di avamposto: una piccola conca prima che la strada asfaltata lasci spazio ai sentieri imbiancati, alle orme di zoccoli nella neve, in questa che è una delle ultime “lingue” di territorio italiano prima di arrivare in Austria. Il proscenio di Riva di Tures, col paesello che domina il piccolo altipiano sulla sinistra, il monte Colalto sulla destra, silente custode e protettore del campo di gara, è da brividi.

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Non si tratta solo di brividi di freddo, quanto piuttosto del pensiero di cosa debbano affrontare i partecipanti a questa gara di barbecue estremo, per i quali vi è un solo aggettivo: coraggiosi. Il coraggio di un richiamo ancestrale, quello della natura: sanno che, per portare a casa il risultato, dovranno lavorare in condizioni estreme di freddo e vento, al riparo di piccoli capanni di legno non riscaldati, per poi trasferire le carni negli smoker all’aperto, resistendo per quasi 36 ore. Loro, la neve, il freddo e la montagna, con la compagnia di un braciere acceso e robuste dosi di grappa e whisky.

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Quest’anno saranno 30 i team che si contenderanno il titolo di W.E.S.T. Grand Champion: la metà dall’Italia, il resto dei team dl Nord Europa – dove la tradizione del barbecue è molto più radicata rispeto all’Italia – tra cui i pluripremiati Miss Piggy da UK, vincitori della scorsa edizione, uno dei team europei più premiati nelle competizioni internazionali. Tutti dovranno cimentarsi nelle quattro preparazioni di barbecue “classiche” richieste dalla KCBS – la più grande associazione al mondo di appassionati di barbecue – ovvero: il pollo, il maiale, le costine di maiale e la punta di petto di manzo, meglio noto come brisket, una delle preparazioni più ostiche, soprattutto per noi europei. In più una mistery box contente una barbabietola e del manzo: fantasia da aggiungere alle tante energie già spese. Dovranno farlo rispettando gli standard americani in termini di affumicatura e speziatura e – cosa più importante – consegnando le carni a intervalli prestabiliti di mezz’ora.

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Con lo scenario montano, la tormenta di neve e i fumi di carne che si sprigionano nell’aria, ci si aspetta anche qualche ululato. Fortunatamente i lupi si terranno a distanza, forse grazie alla musica rock proveniente dal tendone dell’organizzazione, per celebrare l’evento a suon di Iron Maiden, Metallica e fiumi di vin brûlé. Ma nella notte il vento è stato sferzante ed il freddo glaciale, tanto da far vacillare anche i più scafati. Al mattino qualche gazebo sarà stato spazzato via, un bel po’ di salse saranno ghiacciate e qualche smoker senza un supporto adeguato avrà perso l’equilibrio, dopo aver sciolto il ghiaccio sul terreno sottostante.

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E mentre domenica mattina, nella sala dei giudici – la judging room – vanno avanti le registrazioni ed i briefing, il lavoro agli stand dei team partecipanti è febbrile: niente tatuaggi o chiome irsute in bella mostra, ma piumini, cappelli e fagotti di varie fattezze, in tanti con le maniche bruciate nel corso della preparazione delle pietanze.

Al turn-in – la consegna delle pietanze, secondo il calendario previsto – si presentano tutti: manca qualche scatola con la barbabietola, ma tant’è… non fa classifica. La  judging room è ricavata in un capanno in legno, utilizzato come deposito per la legna e riadattato per l’occasione: non propriamente un’aula di centro congressi, ma va bene così, serve per far immergere i giudici nella stessa atmosfera dei team e sviluppare empatia.

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Ad onor del vero, nutriamo poche speranze che dei piccoli pezzi di carne possano superare indenni i metri che separano gli smoker dal tavolo dei giudici, ma sorprendentemente qualche pezzo arriva anche bello caldo. Alla fine gli italiani si piazzano bene, benissimo, primi in 3 categorie: quelle del pollo (team BBQ4ALL International) delle costine di maiale, le pork ribs (team BBQ4ALL Palladium) e della punta di petto di manzo, il brisket (team Smoke’n fire). Il primo posto nel maiale e il primo posto overall sono appannaggio di un team olandese, i Southern Dutch BBQ, metre il miglior piazzamento italiano in classifica generale è per il team Brig’Boys, piazzatosi al secondo posto (Reserve grand Champion).

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Nonostante tutto, il freddo, il gelo, il buio e le intemperie, sono tutti contenti e si può festeggiare la fine della gara con il resto della carne preparata e tanto vin brûlé. Grandi sorrisi, tanti nuovi amici, strette di mano e poi tutti a firmare il poster per i 30 anni della KCBS.

Photo credit: W.E.S.T - Marco de Rizzo - Fabrizio Cioffi
         

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Fabrizio Cioffi

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