George Bernard Shaw era vegetariano

“The George Bernard Shaw Vegetarian Cookbook” è stata una scoperta casuale ed una godibile lettura estiva. Racconta di come il grande scrittore sia stato vegetariano per quasi tutta la vita, di quanto fosse attento a ciò che mangiava, ma anche della sua passione per i dolci. Completano il libro le sue ricette preferite, scritte da Alice Laden, la signora che cucinò per lui. Fino a venticinque anni Shaw è stato onnivoro. Poi, come lui stesso amava raccontare, questi versi di Shelley gli aprirono gli occhi: “Never again may blood of bird or beast/Stain with its venomous stream a human feast!”. Molto più prosaicamente però, pare fosse stata la necessità ad indirizzare lo scrittore verso una dieta vegetariana: nei suoi primi anni londinesi era la madre, che lo ospitava, a passargli una piccola somma di denaro che lui spendeva invariabilmente per entrare al British Museum e lavorare nella biblioteca. Poco gli rimaneva per il pranzo, ma scoprì che si poteva permettere i ristorantini vegetariani un po’ defilati. C’è da dire però che non mangiò mai più carne da allora. Sosteneva che gli animali più forti, come il toro, sono vegetariani e diceva di essere molto più forte e più in forma di qualsiasi onnivoro conoscesse. Ed era vero: non fu mai malato e morì a 94 anni suonati senza aver mai fatto un giorno di letto.

Fino a quando non rimase vedovo, la moglie , Charlotte Payne-Townshend, si preoccupò che la sua alimentazione fosse ricca e variata. La coppia riceveva regolarmente, ed alle feste GB. Shaw mangiava tranquillamente le sue pietanze veg, bevendo acqua (era anche astemio). Per sua fortuna, negli ultimi anni della sua vita, la signora Alice Laden accettò di occuparsi di lui e del suo stomaco. “The George Bernard Shaw Vegetarian Cookbook” è una raccolta delle ricette che Alice gli preparava in modo che ogni pasto avesse un valore calorico moderato. Il Nostro infatti non voleva assolutamente ingrassare: si pesava ogni mattina per controllare di non aver preso neppure un grammo. Shaw era anche tassativo sulla qualità degli alimenti: chiedeva alla sua cuoca di comprare solo il meglio e (era il 1943) le proibiva di ricorrere alla borsa nera, ragion per cui la poveretta era spesso costretta a passare giornate intere a ricercare gli ingredienti che le servivano.

Soprattutto nell’ultima parte della sua vita il cibo divenne molto importante per Shaw (non c’è amore più sincero che l’amore per il buon cibo, sosteneva lo scrittore)La colazione durava due ore e mezza, come il pranzo – mentre la cena, più leggera, era una faccenda più breve. Gli episodi più divertenti che Laden racconta sono quelli legati alla passione per i dolci molto molto dolci dello scrittore. Capitava che lo si vedesse mangiare zucchero a cucchiaiate – e nonostante questo non si ammalò nè ingrassò mai. Son fortune.

Alla fine del libro (diviso in sei atti: antipasti, zuppe, insalate e condimenti, piatti principali, salse e dolci) ci sono alcuni esempi di menù: uova ripiene di olive, zuppa al formaggio con pane alle erbe, cotolette di noci con salsa bernese, patate e piselli allaneto, insalata di fagioli e trifle con fragole. Non male per un ottuagenario!

Ci vogliamo provare anche noi? Cominciamo dalle

Cotolette di noci

1 cup noci o pecan, tritate
2 tbsp burro1 piccola cipolla, tritata
2 tbsp farina
2/3 cup latte
2 cup pane integrale sbriciolato
1 uovo
sale e pepe
1/2 tsp timo

Saltare la cipolla nel burro, finchè non sia tenera. Aggiungere la farina, e successivamente il latte e cuocere fino a che non sia addensanto. Aggiungere gli altri ingredienti e l’uovo leggermente sbattuto. Raffreddare il composto. Formare 8 cotolette, spolverizzarle di farina e poi friggerle in olio vegetale caldo fino a doratura, girandole a metà cottura.

Speriamo almeno che l’anziano signore non ne mangiasse otto tutto da solo!

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Daniela Acquadro

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