Fabiana Scarica è già più che una promessa della ristorazione campana. 27 anni, un passato che l’ha vista formarsi tra l’Alma, il Quisisana, la Torre del Saracino di Gennaro Esposito, il Don Alfonso e Terrazza Bosquet, per poi aprire il suo Villa Chiara Orto & Cucina in Penisola Sorrentina, ha appena ricevuto, sul palco di Identità Golose, il premio Vent’Anni San Pellegrino come migliore giovane chef dell’anno.
Conosciamola meglio giocando con lei a “Il gusto di Proust”.
Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
Solare, territoriale, istintiva.
Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Limoni, pasta, pomodori
Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli? E il più recente?
Da Gennaro Esposito, una sera Fumiko, la mia capopartita, stette male, ed io dovetti occuparmi da sola della partita… E, giuro, quella “anguilla laccata” mi faceva terrore!
Il più recente: ebbene sì, in diretta nazionale su Rai 1, alla Prova del cuoco… Quell’olandese proprio non volle star su!
Qual è il tuo peggior difetto? E la tua migliore qualità?
Molto testarda. Molto testarda!!!
Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Gli insetti.
Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Personalmente mamma e papà. Professionalmente Anne Sophie Pic e Gennaro Esposito.
Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
I miei primi giorni di stage. E l’ansia/frenesia/curiosità/paura/entusiasmo… che sento tutt’oggi molto intensamente, se ci ripenso!
Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
I fusilloni con broccoli e alici, limone candito e pecorino Carmasciano.
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Apparentemente semplice” di Niko Romito.
Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
La ribollita.
Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
Ad oggi, la Spagna.
Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Ma qualsiasi cosa… Purché comprenda mia figlia!
Lascia un piccolo consiglio ai nostri lettori: un ingrediente da riscoprire.
Direi le parti meno nobili, come si faceva una volta: buccia di patate, guance di maiale o manzo, lingua, trippa….