L’éclair de Génie a Milano

Un tempo erano i macarons: facevamo tutti  la fila nei punti vendita Ladurée sparsi in Italia o dai pasticcieri nostrani che si erano adeguati all’ultima moda francese.
Oggi sono gli éclairs, e ad esportare l’ultima dolce riscoperta d’oltralpe è Christophe Adam che, insieme all’imprenditore Charles Lahmi, ha rilanciato un grande classico associandogli un look moderno ed un nome estremamente accattivante: “L’éclair de Génie”, ossia il lampo di genio.
Éclair in francese significa lampo, quanto si impiega, cioè, a mangiare questi bignè allungati particolarmente golosi.
Per inciso, è curioso come entrambi i dolci cult provenienti dalla Francia pare abbiano in realtà origini italiane, eredità  di Caterina de’ Medici, regina di Francia, e dei suoi pasticcieri.
Da qualche giorno anche i milanesi possono godere dei “lampi di genio” in ben due boutique: una nel cuore di Brera in Corso Garibaldi ed una in Porta Ticinese, con annesso laboratorio.

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Per l’occasione Adam ha anche creato un gusto, al cioccolato, ed un look ad hoc per salutare la città da cui i pasticcieri francesi sembrano essere molto attratti, ed il suo amore lo ha espresso a chiare lettere, con una piccola dichiarazione sulla glassa dove campeggia la scritta: I ❤ Milano.
Chissà, però, se il successo planetario raggiunto dai suoi punti vendita in Francia, in Corea ed in Giappone riuscirà a replicarsi anche da noi, chissà se riusciremo adeguatamente ad incrementare il numero di éclair venduto da Adam e soci nel mondo – lo scorso anno 110.000 esemplari al caramello con burro salato, 75.000 al limone e yuzu e 74.000 alla vaniglia del Madagascar -, perché, ammettiamolo pure, un éclair, seppur ben fatto, ben presentato, colorato e rinnovato,  non è una grande novità per noi italiani che con la pasta bignè abbiamo una certa dimestichezza ed una buona familiarità.
Le vetrine delle nostre pasticcerie pullulano da sempre di choux, cigni alla panna, profiteroles e zeppole fritte, riuscirà un bignè allungato a far presa su di noi? Staremo a vedere.
Ad Adam e soci, però, bisogna render merito anche di un altro lampo di genio:  l’utilizzo del bignè come involucro da riempire con il gelato.
Nei punti vendita de L’éclair de Génie campeggia lo chouglacé: una base farcita al momento con sorbetti e gelati artigianali e completata da topping estremamente golosi: cioccolato brownie, lampone e passion fruit, vaniglia e noci pecan, limone e yuzu, caramello e fior di sale, pistacchio e cioccolato.
E viene spontaneo chiederselo: come mai noi italiani, inventori del gelato, discendenti di Bernando Buontalenti, che aveva ideato la macchina mantecatrice, noi che il gelato lo mettiamo nelle brioche e lo mangiamo a tutte le ore, non lo avevamo ancora fatto?

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Lydia Capasso

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