La Valtellina non è solo montagna, bresaola e pizzoccheri. Grosio, un piccolo paese della provincia di Sondrio, ha dato i natali a un condimento profumato ed aromatico: la pesteda. Nel dizionario etimologico grosino la pestèda (pestata, picchiata) viene descritta come un battuto di aglio, sale, pepe, foglie di achillea nana (girupina) e timo serpillo (peverel) usato come condimento aromatico per patate lessate, verdure, carni e più in generale minestre. L’achillea nana è endemica nell’arco alpino sopra i 1.800 m ed ha proprietà toniche note da secoli. Il timo serpillo, chiamato così perché cresce strisciando, ha un aroma più delicato del thymus vulgaris. Il composto deve risultare umido ed allo scopo alcuni ci aggiungono vino rosso o grappa.
Un condimento particolare, la pesteda, con proprietà certamente toniche e balsamiche, nato da erbe spontanee della valle mescolate al pepe, portato in Valtellina dai Veneziani già nel ‘600. Difficile da trovare, vale la pena cercarla – magari proprio a Grosio dove si prepara artigianalmente, dove è nata addirittura la Confraternita amici della pesteda e dove si tiene una festa dedicata proprio al profumato mix.
Ma Grosio non è un piacere solo per il palato. Nel territorio del Comune si trova anche il Parco delle Incisioni Rupestri: sulla Rupe Magna si trovano più di 5000 raffigurazioni incise, databili tra la fine del Neolitico e l’età del Ferro. Sono state scoperte solo cinquant’anni fa ed il parco è stato creato alla fine degli anni ’70. Le incisioni rappresentano figure antropomorfe in preghiera e in combattimento, figure di animali oppure elementi geometrico. Il luogo, come si vede, vale una gita. E poi Bormio e le sue terme sono proprio dietro l’angolo!
immagini della Pro Loco di Grosio, Pastoredaromi.it, Actaplantarum.org e Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio.