Le possibilità che un libro su una recente abitudine alimentare americana, importata in Francia da un cuoco che la seconda di copertina definisce “creatore di tendenze”, potesse finirmi tra le mani erano prossime allo zero. Che lo trovassi anche interessante, era praticamente impossibile.
Invece, complice un’intervista radiofonica ai due autori – il cuoco di cui sopra, Thomas Clouet, e un nutrizionista con altrettanta visibilità mediatica, Jean-Michel Cohen – ho ceduto alla curiosità e sono passata in libreria per dare un’occhiata al volume, ostentanto distacco e superiorità fino a quando non sono passata a pagarlo alla cassa.
Il libro è evidentemente un prodotto di marketing che, sull’onda dell’attenzione sempre crescente al benessere e alla salute veicolati dal cibo, offre una risposta a chi cerca un’alimentazione semplice e rapida, ma completa e equilibrata. Il riferimento al Buddha nel titolo non ha niente di religioso e neanche spirituale, forse evoca la ciotola con cui i monaci buddisti chiedono cibo in elemosina per il loro sostentamento.
Non ci sono ricette vere e proprie; non si fa riferimento a preparazioni trasmesse di generazione in generazione, a cotture prolungate o lievitazioni multiple; non si usano ingredienti legati ad un territorio per valorizzarli rispettandoli. Siamo su un pianeta diverso, più accessibile per chi nel quotidiano corre, ma non vuole arrendersi ai piatti surgelati. Ci sono accostamenti interessanti di ingredienti che non necessariamente fanno parte della cultura alimentare italiana, come bulgur, soba, edamame, alghe, funghi shiitake, patate dolci, ma anche una versione riveduta dell’insalata di arance e finocchi, con ceci e melograna. Ci sono soluzioni alternative al piattino del bar, che richiedono solo un minimo di organizzazione, più che altro nel fare la spesa; c’è modo di trovare gratificazione, anche visiva, per chi ama cucinare, ma vuole fare attenzione alle calorie e c’è spazio per la creatività nell’inventare nuovi accostamenti e stratificare gli ingredienti nella ciotola, che indubbiamente offre opportunità tridimensionali molto più di un piatto.
È spiazzante, ma in qualche modo liberatorio, come il fatto di non concepire un pasto in portate, ma di servire un piatto unico, in cui gli ingredienti si sovrappongono e giustappongono includendo tutti i nutrienti necessari: proteine, carboidrati, verdure cotte e/o crude, in foglia, frutta e condimenti – ridotti al minimo dal fatto di servire tutto in una sola portata – senza dimenticare spezie, semi, frutta secca, tutto contemporaneamente nella stessa ciotola, con grazia.
Una serie di tabelle nutrizionali e consigli pratici per ben comporre la ciotola, incluse tabelle sui pesi degli ingredienti – cotti o crudi, intatti o già puliti e sbucciati – precedono le proposte. Ognuna è illustrata da una foto e accompagnata da un’indicazione del nutrizionista e da un suggerimento del cuoco.
Il libro offre spunti interessanti e variazioni per vegetariani, vegani, allergici al glutine e/o al lattosio.
La lista della spesa per la prossima settimana include tutto quello che serve per preparare un buddha bowl quotidiano, aggiungendo la frutta dove non me l’aspetto, mangiando crude delle verdure che ho sempre cotto e viceversa, sorprendendomi con accostamenti che mai avrei inventato. Non me ne voglia la parmigiana.
Thomas Clouet, Jean-Michel Cohen
Bouddha Bol, L’équilibre est dans le bol
Flammarion, Paris, 2017
sembra interessante, ma sono ricette solo vegetariane o c’è anche carne e pesce?
grazie