Milano (e con lei il suo circondario) non smette mai di stupire, ha bisogno di essere scoperta con calma, senza fretta alcuna. Non mette in mostra ciò che ha da offrire, si svela pian piano a chi la ama.
Prendete Sesto San Giovanni per esempio, la cittadina nella sua immediata periferia che ha visto nascere, fiorire e spesso ahimè decadere alcune tra quelle che sono state le industrie che hanno reso grande il Belpaese.
In quella che è detta la Stalingrado d’Italia, oltre ai monumenti di archeologia industriale, traccia dei bei tempi che furono, ci sono anche testimonianze ed espressioni di aziende sane e fiorenti che investono nella tutela e nella salvaguardia del loro illustre passato.
Prendete la Campari per esempio, quello che dal 1904 al 2005 era stato il suo stabilimento, poi trasferito a Novi Ligure dopo l’acquisizione della Cinzano, ha ricominciato a vivere una nuova vita.
Nell’edificio di mattoni rossi e maioliche, ristrutturato da Mario Botta e Giancarlo Marzorati, in occasione del 150° anniversario della sua nascita, nel 2010, viene inaugurata la Galleria Campari, ed a settembre 2013 l’attiguo ristorante Villa Campari.
La Galleria su due piani, pensata e studiata con grande attenzione e grande cura, è, e non poteva essere altrimenti, una vera e propria galleria d’arte, dinamica e multimediale.
Davide Campari prima e chi gli è succeduto poi, avevano impostato la loro comunicazione, sin dai suoi albori, servendosi sempre di artisti di grande fama e grande talento.
E’ bastato quindi mettere insieme i bellissimi manifesti della Belle Epoque di Dudovich, le grafiche firmate Depero, Crepax, Munari o Nespolo, i caroselli di Fellini, o gli splendidi libri d’arte regalati da Davide Campari ai suoi clienti, fatti realizzare da artisti di chiara fama in tiratura limitata (mille copie di cui la prima andava direttamente al Re d’Italia), per mettere su un vero e proprio museo interattivo, che è insieme museo della comunicazione pubblicitaria, nonchè del design, e galleria di arte moderna.
Andate a visitarlo, chi vi accompagnerà (l’ingresso è gratuito e con visita guidata) saprà farvi scoprire forme d’arte a cui non siete abituati.
Attigua alla galleria, dicevamo, c’è Villa Campari, il ristorante sorto nella dimora ottocentesca, un tempo conosciuta come Casa Alta, che era stata per anni la sede di rappresentanza del vecchio stabilimento.
A Villa Campari si mangia tra le opere futuriste di Depero o tra le pagine del calendario Campari (l’anno scorso dedicato a Penelope Cruz, quest’anno ad Uma Thurman), ed in periodo estivo nella corte con vista sulla nuova struttura architettonica di Botta e Marzorati.
Galleria Campari, Viale Gramsci 161, Sesto San Giovanni. Telefono 02 62251
Villa Campari, Via Campari 23, Sesto San Giovanni. Telefono 02 22471108