La cucina a base vegetale è spesso considerata noiosa, punitiva, difficile e con ingredienti introvabili e astrusi. Niente di più falso. Amici di Frigo si propone di avvicinare il grande pubblico a questo tipo di cucina con video ricette gustose e semplici da replicare a casa. Nei convulsi giorni di Terra Madre Salone del Gusto di Torino, siamo andati a curiosare e ad assaggiare per voi.
Il progetto Amici di Frigo, voluto dalla storica azienda di prodotti biologici Alce Nero, si compone di venti ricette: quattro preparazioni di base, quattro antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dessert, tutti plant based, tutti cioè strettamente vegetali, colorati e salutari.
I protagonisti delle video puntate sono Simone Salvini, cuoco fiorentino, con solida formazione accademica e pratica (per anni è stato capo chef del Joia di Milano, ristorante stellato E vegetariano) e Fabrizio Luisi, nel ruolo rispettivamente di maestro e allievo. Simone, già noto per il suo impegno etico e concreto nell’ambito della cucina, è ormai famosissimo da quando Maurizio Crozza ha lanciato la sua parodia. Dispiaciuto?” Se mi fa arrabbiare? Tutt’altro, muoio dal ridere. È una comicità molto elegante, mai volgare” dice il nostro cuciniere. Se poi serve a far interessare il grande pubblico ad un tipo di alimentazione buona pulita e giusta, per dirla alla Petrini, l’obiettivo è raggiunto.
Un assaggio della filosofia di Simone Salvini potrebbe essere questo: “Io che sono cuciniere sento la responsabilità della terra attraverso il rispetto e la salvaguardia del lavoro dell’agricoltore, delle sue creazioni. Sono attento dunque a informare i miei ospiti che il cibo che offro è possibile grazie alla maestria dell’agricoltore. E anche alla mia. Il mio lavoro è teso nello sforzo di non stravolgere la bellezza che il contadino responsabile è riuscito a creare.” Un pensiero talmente condivisibile e buono da renderci ancor più simpatico un uomo già comunicativo, ironico e divertente di suo. Esperto di cucina ayurvedica e con il chiodo fisso dell’India (siamo – almeno – in due) è attento a bilanciare sapori e ingredienti dei suoi piatti perchè riportino l’armonia nell’organismo. Ha tenuto a sottolineare che non è suo interesse “convertire” nessuno, semmai mostrare che un modo di alimentarsi diverso e parallelo, non è solo possibile ma alla portata di tutti.
Cosa si può imparare da Amici di Frigo? Ad esempio si scopre che il burro di semi oleosi e la maionese vegetale sono semplicissimi da preparare, che patate e mela verde diventano una sfiziosa entrée, che il riso nero non è così lungo da cuocere ed ha un sapore complesso che si sposa molto bene con le erbe fresche, che il tiramisù può avere anche una crema senza latticini (eresia?) e via di questo passo. Tutto molto quotidiano e replicabile, ma con il guizzo che rivela la sapienza e la creatività di chi ha mestiere da vendere. Un invito a provare sapori e combinazioni a cui magari non si è abituati ma che non sono meno interessanti di altri già noti e sperimentati.
Una riflessione che ci piace condividere e che potrebbe aprire un bel dibattito è questa: la cucina vegetariana e vegana deve trovare un proprio lessico, una propria terminologia non mutuata dai piatti onnivori. Non ragù di lenticchie, burro vegetale, latte di mandorle, formaggio di soia e via descrivendo senza definire davvero. Gli erbivori dovrebbero trovare una propria strada anche a partire dall’uso delle parole. Io ci sto, e voi?