Si stendono teloni, si distribuiscono tavolini e sgabellini, si accendono i barbecue ed ha inizio una sorta di rito collettivo del mangiar fuori. Rito a cui i vietnamiti dedicano gran parte della giornata; in ogni momento della giornata ci sarà sempre una sedia occupata, una ciotola da riempire e servire. Ma nonostante quest’impressione di reimpimento continuo ed ininterrotto degli stomaci, quello del Vietnam è un popolo terribilmente ed invidiabilmente in forma.

Il merito sarà anche della cucina, che sembra aver preso solo i lati positivi della cucina cinese – ingombrante vicino. Il Vietnam può vantare una tradizione culinaria importante, con piatti che variano molto tra nord, centro e sud del paese, che ebbe un grande impulso da uno dei suoi ultimi imperatori, Tu Duc, gran gourmet, vero e proprio mecenate della tavola.

Per chi non se la senta di cenare su un marciapiede, magari con vivande preparate a casa e solo riscaldate sul posto, esistono dei praticissimi ristorantini monopiatto che vengono in aiuto del turista con una serie di vantaggi non indifferenti: non bisogna ordinare, quindi non serve sapere l’inglese o il vietnamita. Ci si siede ed arriva un piatto a testa. Non si mangia proprio in strada ma in dei piccoli localini con 7/8 tavoli o con lunghe tavolate comuni ed infine scegliere un ristorante equivale alla scelta del piatto, per cui cambiando ristorante si possono assaggiare parecchi piatti tipici.

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A cominciare dal PHO BO, la colazione nazionale vietnamita: brodo di carne, manzo, noodles di farina di riso ed erbe fresche. Anche in versione pollo, che diventa PHO GA. Se non lo si vuole assaggiare da un bancarella di strada, ci sono – praticamente ovunque – piccoli ristorantini che lo servono. A Saigon anche una catena moderna, stile McDonald’s. Certo, per un italiano abituato al croissant non è il massimo della colazione, ma i lasciti dei 50 anni di colonizzazione francese sono evidenti, e non è difficile trovare una croissanterie dove provare anche l’ottimo caffè vietnamita.

Il BUN CHA, la zuppa di noodle e maiale grigliato, tipica del nord del paese, servita solo a pranzo, va assaggiato adHanoi, città frenetica e tentacolare. Qui lo street food è davvero molto diffuso e talvolta il marciapiede può essere completamente invaso da sgabellini e barbecue. Assaggiatelo al Bun Cha Nem Cua Be Dac Kim, in Duong Thanh 67 – nel quartiere vecchio della città. Sempre nel quartiere vecchio, da non perdere l’assaggio del BANH CUON, presso Banh Cuon Gia Truyen,  al 14 Hang Ga. Una crepe di riso, ripiena di maiale macinato, funghi, gamberi e freschi germogli. Ne ordinerete il bis.

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Al centro del paese, a Huè oppure ad Hoi-an, non si può non provare il CAO LAU: noodles di grano molto spessi (sembrano quasi i pici toscani), erbe fresche, germogli di soia, croccantini di farina di riso, pancia di maiale arrosto e un paio di cucchiai di un brodo di maiale ristretto. Non potrete più farne a meno; da provare assolutamente albanco 27 del mercato coperto di Hoi-an.

Al sud, Saigon, la raffinata e benestante ex-capitale meridionale ed attuale capitale finanziaria del paese, ha forse meno scelta di street food, con una maggior offerta di ristoranti più raffinati e vicini ai gusti (e prezzi) occidentali. Tuttavia è possibile assaggiare un ottimo BUN BO – noodles con carne arrosto, erbe fresche, arachidi e aglio fritto, conditi con brodo di carne – presso il Bun Bo Nam Bo, in 67 Hang Dieu. Una scodella non sarà abbastanza.

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Quando proprio non ne potrete più delle bancarelle e sarete desiderosi di attovagliarvi in uno splendido ristorante con ambientazione coloniale, a Saigon potete dirigervi al ristorante Nha Hang Ngon, al 160 D. Pasteur. All’interno troverete tanti banchi che replicano le bancarelle tipiche dello street food di tutto il Vietnam; si passeggia tra le “finte” bancarelle, si scelgono i piatti e si viene serviti al tavolo. Piatti splendidamente presentati in un bellissimo ambiente – forse un po’ chiassoso se affollato – e prezzi davvero bassi per i nostri standard.