Lo strano linguaggio della cucina in tv

La lingua italiana, e come lei qualunque altro idioma, è un sistema che cambia e si evolve. Termini che un tempo sarebbero apparsi incomprensibili entrano nel linguaggio comune e concorrono a rendere la lingua viva e ricca.
Ben altra cosa è, invece, l’utilizzo improprio di termini ed espressioni, o peggio ancora la loro storpiatura.La televisione, ahimè, svolge un’intensa attività in tal senso e le trasmissioni ad argomento cibo sono una fonte inesauribile di improbabili neologismi e concorrono a creare non poca confusione sull’argomento.
Lungi da me il voler fare un inutile monologo sul linguaggio e sulla sua evoluzione, che non sarei assolutamente neanche in grado di impostare, mi sono solo divertita a fare zapping e a prendere nota di quanto ho ascoltato in giro tra chi declama ricette in tv.
Voi lo sapevate che si può “croccantare” una verdura in padella? Certo, se preferite potete farla “scrocchierellare”. Qualunque cosa decidiate di fare alle povere verdure, tenete bene a mente che rendere croccante è decisamente fuori moda e che “far sentire il crunch in bocca” fa tutto un altro effetto.
E se una minestra dovesse risultare un po’ troppo densa, cosa si fa? Elementare, si aggiunge “liquidità” con un po’ di brodo!
Se siete a dieta poi, non temete, potrete sempre “friggere a livello utopico”, cioè senza olio.
Quasi dimenticavo, se volete preparare una pasta al forno, mettete del formaggio insieme al pangrattato per ottenere una “granatura” perfetta.
Quando alle scuole elementari ci hanno insegnato le misure di peso, non ci avevano detto che grammo si abbrevia con la lettera “g”? Alcuni tra quelli che si occupano di scrivere le ricette da mandare in sovrimpressione sugli schermi devono essere stati assenti durante la lezioni,  perché vi capiterà molto spesso di leggere gr, a volte seguito da un bel punto.
Dove ho sentito e visto tutte queste chicche? Basterà anche a voi dare uno sguardo alla miriade di cookingshow (vi prego non chiamateli showcooking) che prosperano in tv per  vederne delle belle.
Comunque, se vi interessa saperlo, c’è un tarlo che mi rode e del quale non riesco proprio a liberarmi: chissà come mai chi cucina dietro gli schermi fa un uso smodato dell’aggettivo possessivo, per la precisione della prima persona plurale: prendiamo la “nostra” minestra, tagliamo il “nostro” filetto.
Ma ancor di più mi rode l’abuso del verbo andare:  “mentre andiamo a tritare il nostro aglio, facciamo andare la nostra cipolla per cinque minuti”. Sarei proprio curiosa di capire il motivo di questo gran via vai che c’è nelle cucine della nostra televisione.

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Lydia Capasso

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