ottenere la felicità con un talismano

C’era un tempo in cui nessuna donna poteva andare all’altare e cominciare una vita matrimoniale senza avere in dote Il Talismano della Felicità.
Le nostre mamme e le nostre nonne lo custodivano gelosamente e lo utilizzavano come una sorta di oracolo.

Sembra incredibile, ma ancora oggi il Talismano ha un picco di vendite in primavera, in periodo di matrimoni per l’appunto.
Ada Giaquinto nacque a Roma nel 1881 e si innamorò della cucina probabilmente grazie allo zio Adolfo, chef, insegnante, nonchè direttore e fondatore de Il Messaggero della Cucina, autorevole rivista dell’epoca dedicata alla cultura culinaria.
Fu il marito Enrico Boni che la incoraggiò ad intraprendere il percorso, che sarà prospero e prolifero, nel mondo della gastronomia.
Aprì una scuola per signore e signorine della Roma bene, fondò e diresse una rivista di economia domestica diffusa mediante abbonamento: “Preziosa”, che fu pubblicata dal 1915 al 1959, con una interruzione nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dove non mancavano naturalmente ricette e consigli per la cucina. Il suo pubblico era composto per lo più da chi poteva ancora permettersi la donna di servizio ma che doveva stare senza cuoca. Fu proprio sulle pagine di Preziosa che cominciò a prendere i primi ordini per il suo Talismano della Felicità, il testo che la rese immortale, pubblicato per la prima volta nel 1925. Dal 1929 in poi fu invece la Casa Editrice Colombo ad occuparsene.
Un manuale che si apre con “Nozioni fondamentali di cucina” che vanno dal brodo alle salse passando per frittura e panatura, che continua per oltre 900 pagine (nell’ultima edizione) analizzando antipasti freddi, minestre, uova, carni di ogni genere, erbaggi e legumi e pasticceria. Con oltre 800 ricette nella sola prima edizione.
In appendice: l’arte di comporre un menu, consigli sull’apparecchiatura della tavola e sui vini da servire.
Fu anche autrice di “La cucina Romana ” e “La cucina Regionale Italiana”.
Ada Boni non fu una grande fan di Pellegrino Artusi, che considerava il nume custode di tutte le famiglie dove non si sa cucinare, ma aveva una somma ammirazione per Auguste Escoffier, che era anche un amico di famiglia.
Si racconta che la Regina Margherita volle conoscerla durante l’intervallo di un concerto.
Pensate che non vi può essere una vera felicità là dove viene trascurata una parte così essenziale della nostra vita di tutti i giorni: l’alimentazione.
E se ancora oggi Il Mangiatore di Fagioli di Annibale Carracci (sulla copertina dell’odierna edizione del Talismano) fa capolino negli scaffali delle librerie tra una Parodi, una foodblogger ed un vincitore di masterchef, significa che forse la Boni non aveva tutti i torti pensando che la via della felicità passa (anche) dalla tavola.

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Lydia Capasso

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