Negli ultimi anni si è posta sempre più l’attenzione sulla questione della zonazione dei principali territori vitivinicoli italiani. C’è chi vorrebbe fosse solo una mappatura del territorio, chi una vera e propria classificazione, una sorta di gerarchia che certifichi la bontà, la qualità del singolo vigneto, che ne identifichi origine e massima espressione. Un “Gran Cru” come lo chiamano i francesi, che, in regioni come Alsazia, Mosella, Bordeaux, Borgogna e Champagne è ufficialmente utilizzato per definire il livello qualitativo del vigneto.
Con questo termine, noto in Italia come “VIGNA”, si intendono vini che riflettono i tratti distintivi del loro territorio. Ogni vitigno viene scelto con estrema attenzione, per far sì che si adatti armoniosamente alle caratteristiche geologiche e climatiche del territorio specifico.
In Italia soprattutto l’Alto Adige è sensibile a questo argomento.
Qui il concetto di “Vigna” da un punto di vista teorico/normativo è ancora relativamente giovane visto che il decreto assessorile dalla provincia autonoma di Bolzano che regolamenta l’utilizzo di questo termine, seguito da un toponimo di una località o da un nome tradizionale, è stato emanato solo nel settembre del 2014.
In Südtirol ci sono esempi più che decennali che dimostrano come sia sinonimo di qualità superiore oltre che opinione ben condivisa da molti, così come dichiarato anche da Christof Tiefenbrunner: “Quello della Vigna può essere inteso come un concetto completo che comprende l’intero ciclo di produzione che va dalla vite fino al bicchiere di vino. In un Cru attentamente selezionato le rispettive varietà possono esprimersi al meglio in maniera naturale. La rigorosa riduzione della resa e la particolarità del territorio, come il tipo di suolo, il microclima e la vite, ricevono la massima considerazione e contribuiscono all’unicità della Vigna. In fase di vinificazione si tratta quindi prevalentemente di esaltare queste caratteristiche originarie del luogo, per conferire al vino tempo e spazio per lo sviluppo, l’evoluzione e la maturazione”.
Christof, insieme a sua moglie Sabine, rappresenta la quinta generazione alla guida di un’azienda vitivinicola che vanta secoli di storia, Tenuta Tiefenbrunner – Castel Turmhof, 25 ettari di vigneti a Niclara, Cortaccia e Magrè, tra i 250 e i 1.000 metri di altitudine., mentre altri 45 ettari sono coltivati da circa 40 viticultori che da anni gli conferiscono le uve. Circa 700.000 le bottiglie annue prodotte, di cui il 70% è rappresentato da vini bianchi.
Una filosofia produttiva riassunta nella linea Selection VIGNA cui appartengono i suoi vini top di gamma. Un progetto che sta valorizzando in quest’ultimo periodo, una sfida importante alla ricerca di nuove strade per non porre limiti all’eccellenza ma nel rispetto di una tradizione centenaria.
A conferma della convinzione della superiorità di espressione dei suoi cru, abbiamo avuto il privilegio di comparare in una speciale degustazione alla cieca i vini di questa selezione di Tiefenbrunner (RACHTL Sauvignon, AU Chardonnay e TOREN Cabernet Sauvignon) accostati ad altre etichette provenienti da importanti regioni produttrici a livello mondiale, mentre al pioniere della filosofia della Vigna in Alto Adige, il FELDMARSCHALL VON FENNER Müller-Thurgau è stata riservata una apposita verticale che ha compreso 6 annate (dal 2015 fini al 1996).
Primo flight riservato ai Sauvignon, qui il RACHTL Sauvignon Blanc Riserva 2014 non ha per niente sfigurato con alcuni iconici Sauvignon francesi, come quelli della Loira di Didier Dagueneau, Il Le Mont Damne 2014 (Sancerre, 120 €) e il Silex 2014 (Pouilly Fumè, 110 €), o con il Sauvignon 2013 dello Chȃteau Smith Haut Lafitte (Graves Pessac-Leognan, 100 €), quest’ultimo considerato uno dei migliori 100 vini bianchi al mondo. Infine dall’Austria, il Zieregg 2014 di Tement (Stiria del Sud, 40 €). Il RACHTL (nome proprio tramandato da generazioni che indica il podere vinicolo di Aica di Fiè) nasce in un vigneto situato tra i 590 e i 630 metri s.l.m.. Meno di mezzo ettaro sull’altopiano dello Sciliar, ingresso della Valle Isarco, su un versante molto ripido esposto a sud. 1.500 le bottiglie prodotte, notevole acidità naturale, macera sulle bucce per circa 12 ore, fermenta e matura per circa una anno in tonneau e botte grande. 58 euro il prezzo in enoteca per uno dei Sauvignon meno tipici dell’Alto Adige, pietra focaia e tanto tanto sale!
Nella seconda batteria confronto tra Chardonnay. Parterre composto da alcuni mostri sacri, a partire dal Gaia&Rey 2014 di Gaja (Langhe, 150 €), per proseguire con Valley Les Noisetiers 2014 di Kistler Vineyards dalla Napa Valley (Sonoma Coast, California, 70 €) e finendo con Batard Montrachet 2014 del Domaine Leflaive dalla Cote du Beaune (Borgogna, 450 €) e con il Vigna AU Chardonnay Riserva 2014 di Tiefenbruenner in grande spolvero. Le uve di questo straordinario vino sono coltivate a 300 metri in un vigneto di circa un ettaro a Niclara, frazione di Cortaccia sulla Strada del Vino. Alcune piante superano i 60 anni di vita, le uve sono vendemmiate a maturità, pigiate a grappolo intero, la fermentazione spontanea, grazie ad un pied de cuve, avviene in barrique di rovere con relativa maturazione sulle proprie fecce fini per circa un anno. Sei mesi in acciaio per una decantazione e chiarifica zione naturale. Un ulteriore anno in bottiglia prima della messa in commercio. Stesso prezzo del RACHTL ed una certa lontananza dai classici Chardonnay barricati altoatesini. Un legno molto integrato che non disturba per nulla la riconoscibilità di un favoloso territorio! “AU” è un nome già citato in antichi libri fondiari e compare anche nelle mappe catastali pubblicate nel 1858.
L’ultimo confronto è stato quello tra Cabernet Sauvignon. Per Tiefenbrunner in degustazione il Linticlarus 2007, che con l’annata 2015 cambia nome e diventa Vigna TOREN Cabernet Sauvignon Riserva. Il vigneto, poco più di mezzo ettaro, si estende dai 270 ai 320 metri d’altitudine, poco a nord di Niclara, in una sorta di anfiteatro intorno al rudere del Castello di Linticlar. Infatti TOREN non è altro che un antico termine tedesco tratto dal latino “turris” che sta proprio a ricordare l’antica torre del castello. Un’attenzione maniacale alla qualità dell’uva, in cantina si esegue un’accurata diraspatura eliminando così le parti verdi. La fermentazione avviene durante la macerazione che dura circa tre settimane, in barrique compie la fermentazione malolattica e ivi resta per circa un anno. Chiarificazione in acciaio per circa 6 mesi e 2 anni di affinamento in bottiglia. Sarà commercializzato sempre a 58€.
Sarà prodotto solo nelle migliori annate con l’obiettivo di diventare uno dei Cabernet Sauvignon di riferimento, ma non solo per l’Alto Adige. Proprio per questo è stato messo a confronto con il Sassicaia 2007 (Bolgheri, 180 €), lo Chateau Latour 2006 (Bordeaux – Pauillac, 700 €) e Herb Lamb Vineyard 2007 di Colgin (Napa Valley 400 €).
Inoltre, come già anticipato la Selection Vigna comprende anche FELDMARSCHALL VON FENNER, il Müller-Thurgau da secoli prodotto dai Tiefenbrunner, le cui uve crescono nel vigneto Hofstatt sul Monte Favogna, a 1.000 metri d’altitudine. Tre ettari che furono la residenza estiva di Franz Philipp, barone di Fenner zu Fennberg, che ricoprì la carica di feldmaresciallo dell’esercito asburgico e che fu uno dei fondatori delle truppe imperiali tirolesi. La vendemmia, visti gli sbalzi termici, avviene in più passaggi (fino a quattro), per garantire una raccolta sempre al giusto grado di maturazione. Metà della massa fermenta in botte grande, solo lieviti indigeni, e matura per circa un anno sui propri lieviti. Da segnalare la chiusura con il tappo a vite per non alterarne la ricchezza aromatica, che ne fa un Müller-Thurgau davvero inconfondibile.
È ovvio che il se e il come questo concetto venga compreso dal mondo del vino dipende dalla coerenza delle singole aziende e che va ben oltre la semplice comunicazione in etichetta. In fondo la “Vigna” per Christof non è altro che la conferma di una passione e di un impegno senza compromessi.
[Photo Credit: Antonio Cimmino; Tiefenbrunner]