Wine & The City secondo Donatella e Irene

E sono otto. Wine & The City, la manifestazione napoletana che unisce la città ed il vino in un abbraccio stretto e che di anno in anno si arricchisce, si addensa, si fa più movimentata, intensa e fitta di eventi, è giunta all’ottava edizione.
Tempo di sentire dalla voce di chi c’è dietro le quinte, di chi l’ha immaginata e poi creata, quali sono state le emozioni e le soddisfazioni che hanno segnato questi anni. L’abbiamo chiesto a Donatella e Irene Bernabò Silorata.

Il tuo primo Wine & the city.
Donatella: Nel 2008 quando Napoli viveva la prima emergenza spazzatura degli anni Duemila e una campagna mediatica denigratoria. I commercianti erano demotivati, frustrati. Le istituzioni silenti. Nessuno veniva a Napoli. La città era sotto assedio mediatico. Ed io baldanzosa ed ottimista che volevo portare vino e vivacità nei negozi come fuori salone di Vitignoitalia che già dal 2005 si svolgeva in città. Feci appello agli amici, risposero in 30 negozi circa – il primo fu Maurizio Marinella – e circa una ventina di aziende vinicole. Misi bottiglie e sommelier in 30 boutique e gioiellerie della città e diedi il via a degustazioni itineranti. Ah, il nome fu suggerito dal film Sex&Thecity che allora era nelle sale cinematografiche di tutta Italia.

Irene: L’organizzazione del primo Wine&thecity è partita come un gioco. Donatella ha lanciato l’idea “Vogliamo organizzare degli eventi nei negozi con il vino?” e io l’ho accolta con entusiasmo. Il primo catalogo di Wine&thecity era uno spillato di 64 pagine con poco più di 50 appuntamenti.

Cosa è cambiato da quella prima esperienza?
D: Oggi Wine&Thecity mette in rete 130 indirizzi della città, non solo boutique, ma musei, palazzi storici, chiese sconsacrate, grandi alberghi, ristoranti stellati, spazi privati. Non è solo un fuori salone del vino, è una rassegna di creatività urbana senza precedenti in città. Il vino è l’occasione di incontro, il motore di tutto. Partecipano all’evento collettivi di artisti (TeatrInGestazione; Teatro dell’Anima), fondazioni e associazioni culturali (Wunderkammer) Dal Coro giovanile del Teatro di San Carlo alla Fondazione Morra, all’ADI Campania. E poi giovani musicisti del Conservatorio, artisti… Io dico, creatività urbana e calici in alto. E aziende di vino sempre più prestigiose, quest’anno più di 90 e vengono da tutta Italia. Il nomadismo e la contaminazione restano la connotazione forte dell’evento.

I: Sicuramente non è più un gioco! Le dimensioni sono decisamente cambiate e l’organizzazione ora è molto più complessa ma ci divertiamo tantissimo.

Il ricordo più bello di questi anni?
D: Ne ho tanti, difficile scegliere. Il duo Marianna Vitale e Dj Cerchietto dell’anno scorso: dal piatto (quello di Marianna) ai piatti (quelli del DJ). E sicuramente la creatività che invade la città in quei giorni: lo chef che cucina live in vetrina nella boutique di Walter Marino; le cravatte a tema vino fatte da Ugo Cilento; i tappi gioiello di Vincenzo Oste. E poi le tante copie del nostro format in giro per l’Italia!

I: Il gran finale dell’anno scorso. Un evento bellissimo in cui si è ballato, mangiato e bevuto circondati da installazioni artistiche sorprendenti.

La richiesta più eccentrica che hai ricevuto?
D: L’eccentrica sono io, sono io che ogni anno lancio idee stravaganti e c’è sempre qualcuno che le raccoglie.

I: Procurare botti giganti per allestire una vetrina e l’esterno della funicolare.

Ti sei sentita persa quando…
D: Quest’anno, è tutto molto più grande e complesso, più imprevisti e qualche inattesa sorpresa. Ma siamo un team forte e non ci scoraggiamo. Ci vuole ben altro per abbatterci.

I: Più di una volta, ma per fortuna siamo sempre riuscite a risolvere, come quando il corriere che doveva consegnare un vino proveniente dal Nord Italia ad una delle location dove l’evento era in programma il giorno dopo è arrivato con le bottiglie rotte. Ovviamente il giorno dopo all’evento il vino c’era e anche alla giusta temperatura.

Cosa ti ha resa più orgogliosa fino ad oggi?
D: La risposta della città, dei cittadini, degli operatori culturali ed economici della città. I complimenti di Mirella Barracco l’anno scorso. Il crowdfunding lanciato per finanziare il progetto. Quest’anno mi ha reso orgogliosa leggere per caso sulle pagine social di Easy Jet che WineThecity è una delle tre destinazioni che a maggio in Europa valgono un volo (le altre due erano il Roland Garros a Parigi e il festival rock di monaco di Baviera). Mi ha reso orgogliosa la partecipazione di Carlo Morelli e del suo coro giovanile e la partecipazione spontanea di tanti.

I: Sono orgogliosa ogni volta che vedo qualcuno con il catalogo tra le mani o quando per strada durante i giorni di Wine&thecity ascolto persone che organizzano i propri percorsi.

Cosa speri rimanga di questa edizione?
D: L’energia, l’ebbrezza di una città che riesce sempre a stupire, sempre a svelare luoghi diversi ed unici. E spero resti che Wine&Thecity è ormai un evento forte e radicato sul territorio, che mette in rete una città sana e vivace che ha voglia di riscatto e che merita sicuramente più attenzione e sponsor nazionali di rilievo.

I: La sensazione di ebbrezza che abbiamo voluto trasmettere e il desiderio che arrivi presto maggio 2016! 


Un progetto da realizzare negli anni futuri.
D: Più di uno certamente. Ma ora non li svelo. Wine&Thecity ogni anno mette in cartellone progetti originali, partecipazioni esclusive e luoghi inediti da scoprire. Ci piace sorprendervi!

I: Sicuramente la mente vulcanica di Donatella ne ha in serbo per tutti noi. Io insieme con tutto il gruppo contribuirò a realizzarlo.

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Wine & The City vi aspetta a Napoli fino al 20 maggio per farvi scoprire luoghi nuovi e bellezze poco conosciute degustando vini. Il catalogo/programma è consultabile sul sito wineandthecity.it

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Giovanna Esposito

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